Cerchio di donne
Quando Dalila mi ha chiesto di scrivere qualcosa per lei ho immediatamente realizzato che il tema sarebbe stato quello del legame al femminile: abbiamo la fortuna, come colleghe, di condividere non solo una professionalità ma anche un modo di stare in relazione tra noi, con il gruppo di operatrici del Melograno e con le donne che accompagniamo.
Quanti commenti negativi ascoltiamo quotidianamente caratterizzati dal tema della competitività tra donne, dall’incapacità di sostenersi, gelosie, pettegolezzi, pugnalate alle spalle. Davvero un gruppo di donne può lavorare assieme? Le donne sono fatte solo per creare divisione e zizzania?
Vorremmo poter condividere con voi un’esperienza molto diversa, che ha la sua radice nell’aver sperimentato la potenza dei cerchi di donne e della capacità di fare rete tra sorelle. Quando si creano i presupposti per un confronto aperto e sincero, senza giudizio e competizione, riemerge la capacità ancestrale delle donne di entrare in risonanza con le storie e le vite delle altre persone. La capacità di donarsi ed accogliere i vissuti, di lasciar andare carichi pesanti, di stare vicino, affiancarsi, ridere e piangere assieme. Questo non vuole dire essere sempre in accordo e non litigare mai, al contrario, educarsi alla differenza e a nuovi di gestire le conflittualità e il confronto tra posizioni talvolta opposte e non conciliabili.
Donne in cerchio che tessono trame, che ricuciono strappi e ferite, che intrecciano e riallacciano.
Siamo testimoni di come la condivisione possa diventare cura e terapia per contrastare i grandi mali del nostro secolo, cioè la solitudine e l’indifferenza. Un cerchio di mamme protegge e fa crescere un villaggio di piccoli perché il confine tra il mio e il tuo diventa meno marcato: posso sentire la tua fatica perché assomiglia davvero molto alla mia; posso capire la tua felicità perché anche io l’ho sperimentata; so che fai fatica a bilanciare lavoro e maternità, vorrei sapere di più sulle tue scelte.
A stare in cerchio si impara e ci si educa, con l’ascolto e l’apertura del cuore…questo allenamento deve continuare, possiamo continuare a stare con questa modalità anche quando ci troviamo fuori dal cerchio. Posso stare in un atteggiamento di non giudizio e accoglienza anche quando parlo con la mia collega che ha uno stile di vita completamente diverso dal mio. Posso stare con questa modalità (attenzione, attenzione!) persino quando sono sui social: posso guardare, intervenire, commentare, esprimere opinioni senza sparare subito a mille, giudicare, insultare. Posso rituffarmi nella vita e in famiglia ricaricata dalla cura ricevuta nel cerchio, sentendomi più donna, più madre, più in grado di essere una compagna di vita.
Forse avrei potuto scegliere un argomento più ostetrico e tecnico e raccontare un po’ del nostro lavoro, ma la verità è che il nostro lavoro parte da qui ed è qui che si nutre, si ricarica, trova il suo senso: nel cerchio, sedute tra le donne, parlando con le donne.
Maria
Chi è Maria?
Maria De Guidi è un’ostetrica libera professionista e un’operatrice della nascita del Melograno di Verona. Segue a domicilio gravidanze
fisiologiche, puerperio, allattamento, cure al neonato.
“Penso che ogni donna abbia il diritto di essere accompagnata dalla propria ostetrica durante il viaggio della maternità, le ostetriche cercano di custodire e proteggere la gravidanza, la nascita, mettendosi al servizio delle donne, della vita e della famiglia.”
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